giovedì 12 aprile 2012

Ricerche imbarazzanti

Mi diverte pensare che qualcuno venga qui alla ricerca di immagini di organi genitali maschili in piena funzione. Epperò siete cascati male. Molto male...

mercoledì 11 aprile 2012

Family life

Volete conoscere il mio pro-pro (o bis-bis, come direbbe Pippo)?
Allora andate QUI!

martedì 10 aprile 2012

L'acqua di fiori d'arancio...

...si compra al supermercato, nel settore che io chiamo "dolci in scatola di montaggio", dove trovi anche confettini, canditi, stecche di vaniglia, gocce di cioccolata e aromi vari.
Lo dico perché qualcuno me l'ha chiesto, mica per altro...

Fanta-scienza

«La Terrestre la guardò con occhi di ghiaccio, inamidata nel suo tailleur grigio acciaio. “Riordina tutti i libri”, le intimò con quella sua voce irritante come una puntura d’insetto dato in posti in cui gli insetti non dovrebbero neppure PENSARE di arrivare, “altrimenti finirai incenerita dalla mia pistola laser 353BX, così come tutte quelle che hanno osato disubbidire prima di te!”. La terrestre, classificata come Adelaide Facciadiplastica, la minacciò con l’arma in pugno  ostentando e gonfiando due seni enormi per dimostrarle la sua superiorità. Alla Povera Scienziata, ormai ridotta in catene e che non possedeva simili argomenti, non rimase altro che eseguire l’ordine. E senza fiatare. Per fortuna incontrò un compagno di torture a renderle meno pesante l’improba fatica. Alto, magrolino, con gli stessi suoi capelli anarchici, Vittorio le offrì una sigaretta di conforto. La Scienziata la mangiò con gratitudine. Ma aveva un saporaccio. Fu allora che cominciò a nutrire (in tutti i sensi) seri dubbi sulle abitudini alimentari dei suoi oggetti di studio.»

E dico che questo è un romanzo d'amore? Sì, lo dico. Oh, l'ho scritto io, saprò bene di che parlo...

lunedì 9 aprile 2012

Avvertimenti...

Comunque non abituatevi al buonismo. Domani, passate le feste, parleremo di orgasmo femminile. Preparatevi...

Operazione balcone fiorito

Ci risiamo. È primavera. E come tutte le primavere (debbo avervelo detto anche l'anno scorso) io mi gatto sul giardinaggio. Ho un balcone. Quel balcone è un disastro e va risistemato. Nuove piante da invasare, vecchie piante (in genere solo rosmarino, salvia e piante grasse) da riattare. Soprattutto la pianta grassa (il cui genere, nome e dati scientifici ignoro). Era un cosino microscopico, quand'è arrivata qui, e adesso ha già preso possesso del proprio vaso e anche di quello accanto, che per fortuna era vuoto. Se continua così fra un po' cercherà di entrarmi anche in casa... comunque, il lavoro verde non mi sta venendo male. Mi manca solo un enorme gelsomino con cui sostituire quello, ormai morto, che mi aveva regalato mia mamma. Prima che lei se ne accorga...

Lavori in corso 1

Lavori in corso 2

Edera (molto romantico...)

Qui ci verrà l'erbagatta

Fiore giallo di cui non ricorderò mai il nome (tipo ginestra, diciamo...)

Fresie moribonde (ma è un vecchio bouquet)

Gardenia... mmmmm..... profumatissssssssima!

Altra gardenia (stessa pianta... il balcone è piccolo, eh!)

Girandola. Ufficialmente spaventapasseri. In realtà mi piaceva e basta...

Lavanda. Profumatissima anche questa :-)

Margherita. Come la mia pizza preferita.

Pianta grassa che sta progettando di invadere il balcone...

Vite. Riuscirò quest'autunno a vendemmiare?

Cene... che?

Ma lo sapete che la maggior parte dei lettori di questo blog arriva qui perché cerca Cenerentola?
Ve lo giuro, è così.
E le scarpe di Cenerentola, e il principe di Cenerentola, e il ballo di Cenerentola, e il coiffeur di Cenerentola, e se Cenerentola si fa la french o la brazilian wax, e i preservativi alla ciliegia e rosa di Cenerentola, e se Cenerentola porta gli slip, lo string, niente del tutto o i mutandoni di lana quelli che arrivano alle ginocchia, e il raffreddore di Cenerentola, e così via cenerentolando... sapete che vi dico? Voi siete fissati con Cenerentola. Ossessionati, direi.
Ma sapete che vi dico? Io un bel giorno vi tirerò fuori una bella sorpresa con 'sta benedetta Cenerentola, vedrete.
Ma non ora, che devo lavorare...

domenica 8 aprile 2012

Pastiere e teglie

Ho visto che qualcuno è arrivato qui cercando un'informazione strana: come uscire una pastiera dalla teglia.
Immagino volesse dire, usando un italiano approssimativo, "come estrarre una pastiera dalla teglia".
Errori d'italiano a parte (ma come cavolo parlate???), io direi che l'errore secondario è l'intenzione. La pastiera non va estratta dalla teglia per essere servita su un piatto di portata, come le torte normali. La pastiera si serve e si taglia nella teglia.
Infatti quando la si acquista in pasticceria la teglia fa parte del pacchetto. Ti resta, insomma.
Se proprio qualcuno ti regala una pastiera e vuole la teglia indietro, puoi rendergliela dopo aver consumato il dolce.

Storia di una pastiera

Andiamo a cuocere il grano...

Nell'augurarvi Buona Pasqua vi regalo un'altra ricetta. La pastiera da fare in soli 30 step! Come dite? Non vi fidate? Ma nooo... insomma, io e G le mie cose le mangiamo eppure siamo ancora vivi, no? ;-)

Step 1: mi sveglio un sabato mattina (ieri) e mi ricordo improvvisamente che domani (oggi) è Pasqua. Tutti quei pulcini di peluche in giro volevano pur dire qualcosa...



Mani in pasta..
Step 2: dopo aver fatto colazione, elaborato la lista delle operazioni di giardinaggio da fare l'indomani e coccolato i gatti rammento, in un flash momentaneo di consapevolezza, che io a G per Pasqua avevo promesso la pastiera.
...o mani di pastafrolla?
Step 3: mi scapicollo ad acquistarla nella mia pasticceria napoletana di fiducia. La pasticciera mi ride in faccia: pastiere? Finite! Eh, bisognava prenotarle...
Step 4: mestamente torno a casa, ma sulla soglia un'illuminazione mi folgora: la pastiera la farò io, con le mie manine sante. E che ci vorrà mai? Del resto l'ho già fatta una volta... dieci anni fa...
Step 5: consulto la mia bibbia di cucina napoletana per capire esattamente quali e quanti ingredienti mi servono. Sono tranquilla, fiduciosa e sicura di me. Avremo una pastiera coi fiocchi.
Step 6: vado al supermercato e acquisto gli ingredienti. Manca solo una cosa: il grano cotto.
Step 7: il grano cotto è finito.
Step 8: vado in un altro supermercato. Grano cotto? Finito anche qui.
Step 9-12: idem come sopra.
Step 13: IO = “Ma non è che ne avete ancora un po' nei magazzini?” CASSIERA = “Scherza? Il grano cotto è esaurito da giorni. Son tutti lì a fare la pastiera, ormai. Tutti!” Milano mia, non ti riconosco più...
Step 14: un angolino perverso del mio cervello medita di sostituire il grano cotto col mais, ma poi torno in possesso delle mie facoltà mentali giusto in tempo.
Step 15: intanto ha cominciato a piovere, io giro da ore di supermercato in supermercato, l'ombrello è rotto, le scarpe fan cic ciac e io ho perso le speranze. Mi resta solo un ultimo negozio in cui provare...
Step 16: Miracolo! Le nubi si aprono e un raggio di sole scende a illuminare l'ultimo vasetto di grano cotto sull'ultimo scaffale dell'ultimo supermercato. La mia pastiera è salva! Ehm... veramente devo ancora cominciare a farla...
Step 17: passaggio accelerato per comodità: tornoacasa-micambio-disfolaspesa-mifaccioundrink-midispongodavantigliingredienti...

Anche i fiori d'arancio servono a qualcosa...
Step 18: convinco G a scaldare tra le mani il panetto da 125 gr di burro che mi occorre ammollato per la pastafrolla. Il gatto Trottolino si offre di scaldarlo lui sedendocisi sopra ma la sua proposta viene bocciata.
Step 19: metto a cuocere il grano cotto (alè!) con 400 ml di latte, un cucchiaio di zucchero e una bustina di vanillina. Il grano (che nonostante si chiami cotto va ricotto lo stesso) deve cuocere fino ad ammollarsi. A me sembra che questo non accada mai, che il grano sia fatto di marmo di Carrara e che in compenso il latte abbia molta voglia di scappare dalla pentola e fare cose brutte con la fiamma del gas.
Step 20: intanto che il grano cuoce non sto lì a guardarlo. Prendo il burro ammollato (G ha le mani molto calde, io certe volte le uso al posto della boule per farmi passare il mal di pancia...) e lo mescolo con 400 gr di farina, 150 gr di zucchero e tre uova. Poi impasto. Forte! È come quand'ero piccola e facevo le pizze di fango in cortile!
Step 21: la piccola Kara sostiene di non aver mai assaggiato la pastafrolla e vorrebbe tanto provarla. Mi affretto a mettere via il mio impasto in un luogo in cui la tenera gattina non possa arrivare. Lo metto in forno. Poi mi ricordo che il forno devo accenderlo per farlo scaldare. Porto la pastafrolla da G e gli ordino di montare la guardia. “La difenderò a costo della vita, Signore!”, esclama lui balzando sull'attenti.
La VERA teglia da pastiera.
Step 22: il grano cotto non smette di cuocere, sta diventando una pappetta. È così che dev'essere, che gli piaccia oppure no. Intanto io mescolo 400 (circa) gr di ricotta con 100 gr di zucchero, poi passo alle uova.
Step 23: le uova sono 5. Separo i tuorli dagli albumi. Tre albumi li monto a neve con estrema fatica. Altri due li metto in un bicchiere e siccome mi dispiace buttarli li bevo. G mi vede farlo e reprime un conato di vomito perché a lui l'albume crudo dell'uovo fa senso.
Step 24: incorporo uova (5 tuorli 5) e albumi montati a neve con la ricotta zuccherata, aggiungo tre belle cucchiaiate di acqua di fiori d'arancio e penso meditabonda che quello culinario è l'unico impiego logico per la deliziosa zagara... ah, be', sì, è utile anche in profumeria, è vero...
Step 25: unisco il tutto al grano cotto, aggiungo canditi a volontà e mi accorgo di aver fatto il ripieno per due pastiere... oppure che ho una teglia troppo piccola.
Step 26: riesumo la teglia. Che è una vera teglia da pastiera, di alluminio (lo so perché quando l'ho comprata dentro c'era proprio una pastiera), forse il solo elemento giusto che abbia. Levo i peli di gatto dalla pastafrolla e la stendo sulla teglia. Levo i peli di gatto dal ripieno e lo dispongo nella teglia. Faccio le striscioline con la pastafrolla avanzata e mi accingo a disporle sul dolce.

Gulp! Ho esagerato un po'...
Step 27: a questo punto squilla il telefono e una strisciolina di pasta annega miseramente nella crema. Mentre saluto mia mamma (è lei al telefono) tento di recuperare la strisciolina dalla crema. Cerco di dare alla mia pastiera un aspetto da pastiera e la inforno a fuoco medio.
Step 28: levo Kara dalla crema residua e la metto via. La crema residua, non Kara.
Step 29: faccio mangiare i gatti che mi stanno chiedendo la cena già da ore. Loro smettono di piangere e cominciano a lavorare di mascelle. Io attendo circa un'ora e mezza (più o meno) che la pastiera sia pronta. Intanto, già che ci siamo, cenano pure gli umani.
Step 30: la pastiera è cotta. La sforno e la lascio raffreddare. E, incredibile a dirsi, m'è riuscita!!!


Urrà! È leiiiiiiiii!!!!
Ricapitolando, ecco gli ingredienti
Per la pastafrolla:
400 gr di farina
150 gr di zucchero
125 gr di burro
3 uova

Per il ripieno
1 confezione di grano cotto
400 ml di latte
1 bustina di vanillina
400 gr di ricotta
5 uova
100 gr di zucchero
50 gr di acqua di fiori d'arancio
canditi tagliati a pezzettini piccoli
ci andavano anche le scorza grattugiate di due limoni, ma io mi ero dimenticata di prenderli...


BUONA PASQUA!!!

lunedì 2 aprile 2012

Promozione

L'amore è un alieno è in promozione (ovvero disponibile gratuitamente) fino a domani. E così facendo è arrivato al secondo posto nella classifica dei romanzi rosa di Kindle. Lo trovate qui!