domenica 8 marzo 2015

Otto marzo... o non m'arzo?

Sì, sì, lo so sono polemica. Sono una schifosissima polemica a cui non va mai bene niente.
Lo so già, grazie, me lo dice sempre mia mamma.
Stavolta ho puntato lo spot della vodafone dedicato alla giornata delle donne. Quello coi papà che leggono “Bianconeve” e i sette nani, il “Sirenetto” e “Alicio” nel paese delle meraviglie, e conclude con lo slogan “Se il mondo è una favola, è grazie alle donne.”
Intanto cominciamo subito con un errore, molto tipico: Biancaneve, la Sirenetta e company sono fiabe, non favole. Le favole sono quelle storielle con la morale alla fine e che hanno quasi sempre animali come protagonisti, tipo la volpe e l'uva, il corvo col formaggio, la cicala e la formica eccetera. E no, non è per niente la stessa cosa.
E poi nelle fiabe ci sono un mucchio di personaggi: uomini, donne, animali, creature fatate... ci sono persino “Cenerentoli” maschi, e questo da secoli.
Ma poi che mi sta a significare questo concetto di “che mondo sarebbe senza le donne”? Non significa niente. Vorrebbe dire semplicemente che gli animali si sono evoluti in maniera da riprodursi con sistemi diversi. Per partenogenesi, per esempio. O per scissione, come i batteri.
Ma tant'è, vedo che in questa giornata di messaggi così è pieno il mondo. Il mondo dei mass media, intendo. Internet, radio, TV e così via. E che faremmo senza di voi?, e grazie donne!!!, e le donne salveranno il mondo!, e giù di lodi, del tipo “siete forti, pazienti, gentili, coraggiose” e allisciamenti vari.
Be', non abituiamoci.
Da domani si torna alla realtà.
Ah, comunque a me l'odore delle mimose piace. A quanto pare piace solo a me...

venerdì 20 febbraio 2015

La parola del giorno è... abbiocco

Abbiocco, s.m., ovvero l'atto di abbioccarsi, deriva dal romanesco “biocca”, vale a dire “chioccia”. E infatti il significato primario è quello proprio della chioccia che cova. E poi quello dell'assumere una posizione rannicchiata, a chioccia, quindi “abbioccata”.
E da qui si passa a quel colpo di sonnolenza che ci coglie all'improvviso, e che di solito si cerca di scacciare con abbondanti dosi di caffè.
C'è chi ne soffre dopo pranzo. E chi ne soffre sempre. A me l'abbiocco comincia a venire esattamente due secondi e mezzo dopo che ha suonato la sveglia al mattino (il tempo di metterla a tacere, insomma) e mi passa qualche istante prima di spegnere la luce la sera.
Non è per niente comod... ZZZ!!!
Nell'immagine, Venere e Marte, di Sandro Botticelli (1482-83), dove Marte è evidentemente preda di un potente abbiocco... no, non post prandiale, proprio no...

La parola chiave è...

Ehilà! Da quanto tempo non ci si vede, eh?
Qualcuno ieri mi ha ricordato che io un tempo avevo un blog, così sono tornata a darci un'occhiata.
Una cosa tira l'altra, sapete come va...
Comunque m'è venuta la curiosità di vedere come erano arrivati i lettori nell'ultima settimana. Quali misteriose parole chiave li aveva portati qui? Insomma, che accipicchia si aspettavano di trovare da me?
Come al solito ho trovato risposte bizzarre. Per non dire totalmente bislacche.
Intanto noto con piacere che la racchia tira sempre (infatti è la parola più cercata di sempre), seguita a ruota da i pro e i contro della moda e da scomodissimo. Che non so se si riferisca al blog in particolare o a qualche capo di abbigliamento di cui ho parlato.
Ma quella che mi piace di più è alle contesse del castello piace fare l'arrosto. Sì, certo, amano fare l'arrosto. Nei castelli c'erano camini molto grandi, dovete sapere, e questi camini servivano non solo a scaldare gli ambienti ma anche a cuocervi le carni. Le contesse erano bravissime con gli arrosti, che condivano con speciali salsette a base di prezzemolo, aglio e salsapariglia e tagliavano con speciali spadoni a due lame, affilatissimi, che a seconda della bisogna potevano anche servire a mozzare le teste nemiche.
Vi aspettavate che dicessi altro, vero?