mercoledì 13 aprile 2011

Romanticoni online

Per la verità è un fenomeno che c'è da tempo, ma da un po' mi pare si stia diffondendo come una fioritura di brufoli la mattina di un incontro importante. L'avete notato anche voi? Parlo dell'abbondanza dei romanticoni da internet. Facebook ne è piena. Tutte le volte che ci vado immancabilmente trovo nella homepage qualche frase impregnata di zucchero e miele, spesso accompagnata da foto altrettanto melense come cuccioli, bambini, farfalle, fiori e cuori intrecciati. Qualche volta anche figoni o figone con pochi vestiti, ma più raramente. Spesso tali frasi sono anche dense di strafalcioni, ma è una cosa che non si può far notare perché si sa: i romanticoni sono sensibili e ci restano male. E comunque non sono per niente interessati a scrivere bene. “Quel che conta è il pensiero”, direbbero loro, “solo un'insensibile come te potrebbe notare lo strafalcione.”
Siccome io sono effettivamente un'insensibile, almeno dal punto di vista di un romanticone classico, ho raccolto un po' delle loro frasi, trovate in rete, giusto per dare un esempio di ciò che intendo. Tra parentesi ci sono i miei commenti (insensibili come me). Quelli che mi nascono spontanei quando leggo le frasi, ma che non oso postare per tema di apparire insensibile.


1)    Una volta che una lampada è stata accesa, non può che far luce. (A meno che la lampadina non sia fulminata...)
2)    Il mondo sarebbe meglio se ci sarebbe più amore. (Evviva la lingua italiana!)
3)    Fa' che la tua vita sia come una rosa. (Piena di ragni come le mie rose?)
4)    Nella semplicità si nascondono le cose migliori. (Certe volte si nascondono molto bene)
5)    La felicità è il profumo della nostra anima. (Ecco, lo sapevo che dovevo lavarmi più a fondo!)
6)    Perché sorridi anche quando vorresti piangere? (Saranno anche fatti miei, no?)
7)    Ho un cuore malato d'amore. (Brutta cosa! Che dice il cardiologo?)
8)    Tutto quello che ho bisogno in certi giorni sarebbe un po' d'amore. (No: hai bisogno anche di una buona grammatica italiana!)
9)    Non mi piace capire le cose. (S'era capito)
10)    Le emozioni più forti sono quelle che rimangono nel silenzio. (E allora perché ci intasi la rete?)
11)    Solo chi ha coraggio non teme di mostrare le lacrime. (Dipende. Conosco un mucchio di gente che lo fa solo per farsi compatire ed estorcere attenzione in modo subdolo)
12)    Il mio difetto più grande? Sono troppo sensibile! (Traduzione: vieni a letto con me?)

L'ultimo commento non è casuale. Quando io ero adolescente, prima dell'era di internet (lo so, miei giovani amici: vi sembra impossibile ma c'è stato un tempo in cui internet non esisteva. E io, dall'alto dei miei innumerevoli anni, quel tempo l'ho visto e conosciuto!), frasi così le scrivevano solo le ragazzine nel diario. E attorno ci disegnavano cuoricini, stelline e coniglietti dalle orecchie lunghe come quello a inizio post. Fino a qualche anno fa pensieri di questo tipo li trovavo solo nei blog femminili, per lo più di adolescenti o di romantiche zitelle (che però non avevano smesso di aspettare l'uomo dei sogni, e ciò forse deponeva a loro favore). Questo mi fa tornare in mente la mia professoressa di lettere del liceo. Anche lei era una zitella romantica. Sapeva un mucchio di cose sulla letteratura (con netta preferenza per il dolce stil novo, naturalmente), ma tutte le volte che doveva parlare con un uomo, fosse anche stato quel buzzurro del prof. di matematica che le comunicava l'orario della prossima riunione, cominciava a balbettare e diventava tutta rossa. Faceva tenerezza. Noi provavamo tenerezza. Ma essendo anche giovani bastardi invece di trattarla con delicatezza approfittavamo della sua sensibilità per farci i comodi nostri, tipo scappare in bagno a fumare durante la lezione e senza chiederle il permesso.
Forse lei scriveva frasi simili nel diario, tra una carta di cioccolatino, una rosa appassita e una poesia di Guido Cavalcanti.
Ma torniamo a noi.
Se prima le frasi sdolcinate erano caratteristica femminile, adesso mi accorgo con una certa dose d'inquietudine che spesso e volentieri gli autori e/o postatori di quei pensierini sono uomini.
Non fraintendetemi. Non sono assolutamente la tipa che sbava dietro al “bello e dannato”, o che si sdilinquisce per il macho che “non deve chiedere mai niente a nessuno”. Però ci sono veramente uomini che scrivono quasi sempre e soltanto frasi del genere. Come se la loro missione nella vita fosse spargere miele sul mondo. Sono i romanticoni da rete. Ora, che gli uomini siano più sensibili ed emotivi che un tempo è anche una cosa bella. Ma quando esagerano e prendono a tracimare come una maionese impazzita, la faccenda comincia a puzzarmi. Vuoi vedere, mi dico, che questo è solo un subdolo trucco per broccolare le dolci fanciulle che sono ancora in fremente attesa del Principe Azzurro? Che quando scrivono online sembrano un concentrato di tenerezza, ma che poi dal vivo sono gli stessi che ti ruttano in faccia dopo averti palpato il sedere?
Tanto tempo fa conobbi un tipo così. Faceva il galante. Mi apriva la portiera dell'auto, mi pagava i drink, mi offriva le rose e mi scriveva frasi tipo “vorrei portarti sulla spiaggia di notte per vedere le stelle riflettersi nei tuoi occhi”. A parte il fatto che non ci credevo, questo eccesso di miele m'irritava, esattamente come mi irritano le frasi sdolcinate (e anche un po' banali, se vogliamo essere precisi e spietati fino in fondo) su internet.
Ma non gli diedi picche solo per questo. Anche per questo, ma non solo per questo.
Non basta razzolare nel romanticismo per trasformarsi nel Principe Azzurro. Per qualcuna forse sì, ma non per me.
Del resto che vi aspettate da un'insensibile par mio?
A questo punto meglio quell'altro, che conobbi una sera in un pub. Somigliava a un personaggio di E.R. No, non il Dottor Ross, quello di George Clooney. Quell'altro, l'amico del Dottor Ross, il Dottor Green. Quello magrolino, pelato e con gli occhiali. Siccome non mi ricordo il suo nome lo chiameremo Dr Green. Come dicevo, conobbi il Dr Green in un pub. C'ero andata con alcuni miei amici. Avevamo alzato un po' il gomito. Brutta cosa, roba d'altri tempi... quando alzavo un po' il gomito diventavo più espansiva del dovuto. Insomma, conobbi il Dr Green e cominciai a scherzarci. Chissà che deve aver pensato lui, ma si vedeva che la cosa non gli dispiaceva. L'amica che era con lui, invece, pareva piuttosto seccata, ma non è di lei che voglio parlare adesso (anche perché onestamente conservo un ricordo assai vago della fanciulla che appariva, se possibile, ancora più storta di me). Fatto sta che prima di lasciare il locale lasciai anche la mia email al Dr Green.
Il giorno dopo lui mi mandò un messaggio in cui m'invitava a cena fuori. Nel frattempo io avevo smaltito la sbornia e mi ci volle un po' per ricordarmi chi cavolo fosse quel Dr Green che mi scriveva e mi riempiva di complimenti. Poi, con una notevole dose d'imbarazzo (perché io non ero quel tipo di ragazza*, e l'idea di passare per una fanciulla allegra e disinibita che abborda gli uomini nei pub mi faceva arrossire), mi tornò tutto in mente. E mi preoccupai. Chi mi garantiva che quel Dr Green fosse davvero il bravo ragazzo che sembrava? E se invece fosse stato un serial killer pronto a sgozzare tutte quelle che invitava a cena? Lo so, è sciocco, ma io certe volte sono paranoica ed è bene che lo sappiate. Fatto sta che non gli risposi. Dopo qualche giorno di silenzio lui mi scrisse ancora un paio di volte per invitarmi fuori.  E io non gli risposi mai. Poi mi mandò un'ultima email. Aveva in allegato il disegno di uno scheletro coperto di ragnatele e sotto ci aveva scritto: questa è una ragazza che ha sprecato la vita nell'inutile attesa del Principe Azzurro. Io mi offesi parecchio (anche perché non era quello il motivo per cui lo stavo respingendo) e non gli risposi neanche quell'ultima volta.
Però forse non aveva tutti i torti...

*Se uso il passato non vuol dire che adesso, invece, sono "quel tipo". Il passato è riferito all'essere "ragazza". Sob!!!

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