mercoledì 9 novembre 2011

Cenerentola moderna

Ho notato che tanta gente è arrivata sul mio blog cercando, come chiave di ricerca, “Cenerentola moderna”.
Be', ho un segreto da svelarvi. Cenerentola moderna non esiste. È un ossimoro. Una contraddizione in termini.
Cenerentola non è moderna.
Quando lo diventa, smette di essere Cenerentola.
Cenerentola è antica, si è fermata al XIX° secolo. La prima metà. Non conosce la rivoluzione industriale.
Cenerentola è una persona (non è detto che sia una donna, potrebbe essere anche un uomo) che vive in una situazione che non le piace e si lamenta. Ma non fa nulla per uscirne. È rassegnata. È inerte. Non inerme.
Come quelle persone che hanno un lavoro che detestano ma non fanno nulla per cambiare la situazione. Come quelle donne che si lagnano di dover fare tutti i mestieri di casa ma non si sognano neanche di lasciarne un po' alla loro dolce metà ("Non è capace. Non vuole farli. Dice che è stanco"... come se fossero scusa valide). Come quelle persone che hanno amici carogne ma non ci pensano neppure a cambiare cerchia. Eccetera eccetera...
Probabilmente Cenerentola è una creatura che ama autocommiserarsi. Le piace sentirsi una povera vittima del fato avverso. Molto romantico, no? Secondo me non è neanche vero che sia tanto tartassata dal fato avverso, ma lei ama ingigantire i propri guai. In questo modo si sente eroica e coraggiosa.
Invece fa solo del vittimismo.
E quando esce dai guai lo fa grazie ad aiuti esterni. Grazie alla fatina (o allo spirito della madre morta, o ad altro a seconda delle versioni) che le dona quel che le serve, e al principe (o al re, o a quel che è) che se la sposa.
Lei non muove un dito.
Non è molto moderno, no?
Cenerentola ha qualche dote sua che viene spesso decantata: l'infinita bontà che sfiora il masochismo, la grande bellezza e il piedino minuscolo.
In altre versioni si è cercato di attribuirle anche altre doti. La Cenerentola di Drew Barrymore, per esempio, era un'appassionata di libri, una studiosa.
Nonostante questo, però, la morale è che se Cenerentola trionfa lo fa solo perché è più bella delle altre.
Tutto qui.
Come se per una donna (e scusate se riporto l'acqua al mio mulino) qualunque altra dote fosse totalmente irrilevante.
Una volta tanto mi piacerebbe vedere una Cenerentola meno bella delle sorellastre, ma migliore per altri versi. Non buona fino alla nausea. Essere buoni non può voler dire soccombere e subire sempre e comunque. E con un po' d'iniziativa in più.
Ne ho parlato qualche giorno fa con mia sorella Vale.
“Ah!”, ha risposto lei dopo che le avevo esposto la mia teoria.
“Che vuol dire quel tuo 'Ah!'?”, le ho domandato, con un certo sospetto.
“Che evidentemente parli così per invidia. Perché lei è bella e tu no.”
Come al solito non aveva capito nulla.

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