lunedì 14 novembre 2011

Nostalgia, nostalgia canaglia

Mi viene in mente adesso perché ieri ne ho visto un esempio in tv.
Ma ce ne sono altri.
Parlo di quegli uomini di una certa età (sull'elevato, diciamo, anche se nel mio esempio ce n'era anche uno più giovane) nostalgici dei bei tempi andati. Bei tempi solitamente neanche loro, ma dei loro nonni.
Quei bei tempi in cui le donne si accontentavano di poco dai loro uomini.
Quei bei tempi in cui una donna non pretendeva di divertirsi col sesso, le bastava accontentare il compagno. Perché si sa che il sesso era una cosa da maschi, se una donna l'apprezzava, e lo diceva, passava per una poco di buono, o per lo meno per una creatura volgare, deprecabile.
Quei bei tempi in cui una moglie sopportava in silenzio il fatto che il marito frequentava abitualmente i bordelli, perché poi tornava sempre da lei e poi per lui era solo un'esigenza fisiologica, un atto tecnico.
“Mia nonna lo sapeva, ma non le importava, perché sapeva che il nonno non l'avrebbe mai lasciata. Era felice così.”
“Il nonno tradiva la nonna con tutte, ma poi le diceva di amare solo lei, e lei lo perdonava sempre.”
“Anch'io ti perdonerei”, ho detto io a G, “dopo averti spaccato la testa col mazzafrusto, però.”
Perché, cari miei nostalgici, ci scommetto quel che volete, che la nonna non era affatto felice. Non era contenta. Non perdonava perché era buona e comprensiva. Ma ingoiava amaro e perdonava comunque perché non aveva scelta. Se si fosse azzardata a prendersela, a non perdonare, avrebbe fatto scandalo, sarebbe passata lei dalla parte del torto, avrebbe avuto contro tutti. Tutti. Il marito, i figli, i genitori, i suoceri, il parroco, gli amici, i parenti e la società intera.
Se si fosse permessa di protestare aveva anche la possibilità di finire molto male. Sarebbe rimasta da sola e da sola senza potersela cavare, come magari con un po' (un bel po') di fortuna potrebbe fare adesso.
Non aveva diritti. Non aveva voce in capitolo. Non aveva niente.
Vi pare una cosa da rimpiangere con nostalgia?
Certo, se sei quello che se la spassa e non rischia nulla sì. Ma se sei quello che subisce e rischia tutto il dubbio che in questo modo di pensare ci sia qualcosa di sbagliato un po' ti viene.
Come dire? È difficile apprezzare l'arrosto, se il tacchino sei tu.
La nonna, come il tacchino, non poteva protestare.
E se lei si fosse comportata come il marito, apriti cielo! Sarebbe stato gravissimo, non un peccatuccio veniale come poteva essere considerato quello del nonno, ma una colpa infamante e imperdonabile.
Da rischiarci tutto, anche la vita.
Perché esisteva il delitto d'onore.
Ovvero, chi uccideva la moglie adultera scontava una pena assai ridotta, perché l'adulterio (da parte della donna, eh. Solo da parte della donna) era riconosciuto come una gravissima provocazione.
Ecco l'articolo (n° 587)
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Quest'articolo non esiste più, fortunatamente. È stato abrogato. E sapete quando? Il 5 agosto 1981. Sì, proprio così, soltanto trent'anni fa.
Bello, eh? No, dico... meglio tardi che mai, vero?
O voi nostalgici vorreste rispolverare anche questo?

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