venerdì 26 luglio 2013

Quel tesoro che fingiamo di non avere

So che da me non vi aspettate altro che frivolezze e amenità, perciò vi sorprenderà leggere un mio post un pochino serio, perlomeno rispetto alla media.
Però è da un sacco di tempo che rifletto su questo argomento. Da anni, oserei dire.
Ma da che ho memoria, è un argomento di cui sento parlare sempre e dappertutto, dal bar al salotto, dalla TV ai circoli culturali. Ovvero: come mai in Italia abbiamo talmente tante bellezza artistiche che teoricamente potrebbero farci navigare nell'oro, eppure non siamo in grado di sfruttare minimamente questo tesoro?
“L'Italia è così bella che potrebbe vivere di solo turismo.”
“In Italia è concentrata la più alta percentuale del patrimonio culturale di tutto il mondo.”
Eppure niente, queste parole rimangono solo tali e non si concretizzano mai.
Abbiamo musei vuoti, siti archeologici abbandonati a se stessi, patrimoni inestimabili lasciati lì a marcire e così via, di orrore culturale in orrore culturale.
È come se un tizio possedesse un enorme tesoro in cantina ma si ostinasse a non considerarlo, preferendo piuttosto campare di stenti.
Assurdo, vero?
Eppure è così, e non riesco a spiegarmene il perché.
O meglio, una vaga idea me la sono fatta. Secondo me ci vergogniamo.
Ohibò! Vergognarsi del patrimonio artistico/culturale che dovrebbe essere il nostro vanto? E perché mai?
Non è tanto del patrimonio artistico/culturale che ci vergogniamo, anzi, di quello ci vantiamo fin troppo. Ce ne vantiamo senza conoscerlo, come potremmo vantarci di un parente celebre che però abbiamo incontrato una sola volta in occasione di un battesimo. Il nostro.
Ci vergogniamo, invece, di essere meta turistica.
Ma sì, pensiamoci bene. Nella stragrande maggioranza dei casi da noi il turista è visto come un fastidio, un seccatore, un importuno che viene qui a guardare le nostre cose e che pretende pure d'essere accolto bene. Quando addirittura non viene considerato alla stregua di limone da spremere, un povero allocco che viene qui a stupirsi di cose che noi abbiamo sotto il naso tutti i giorni (senza vedere mai, però), e che quindi è giusto cercare di fregare in ogni modo. Tanto è un povero allocco e se lo cerca.
Non è certo considerato un bene prezioso che possa aiutarci a tirarci fuori dai guai.
Ci vergogniamo perché essere meta turistica vuol dire mettersi a disposizione degli altri, ci sembra di diventare la loro servitù personale e questo non ci piace. Noi vogliamo essere i signori che vanno a fare gli ospiti in casa d'altri, non gli umili servitori che si mettono a disposizione.
Insomma, accogliere i turisti ci pare degradante.
E poi, diciamolo, valorizzare i beni artistico/culturali è faticoso. Bisogna studiare, imparare, capire, conoscere...
Ma sì, lamentarsi e basta è molto più comodo.

NELLA FOTO: un salone del Palazzo Reale di Napoli, museo molto bello e praticamente sempre vuoto. Ah... lo sapevate che lì per i cittadini dell'Unione Europea (ma solo per loro!) l'audioguida è inclusa nel prezzo del biglietto?

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