lunedì 20 agosto 2012

Alice a quel paese

Alice (s.f): deriva dal greco halikón, che significa “sale”. Sinonimo di acciuga. L'acciuga è un piccolo pesce commestibile dal corpo argenteo e affusolato che vive in banchi nei mari temperati. Il nome proprio Alice, invece, deriva da alyké (sempre greco) e significa “marina”. Vedete quindi che sono due parole differenti e capite come sia facile far saltare i nervi alle nostre amiche Alice facendo continuamente stupidi giochi di parole a base di pesciolini argentei e affusolati (e Paesi delle Meraviglie, aggiungerei). Già che ci siamo, ricordo che Alice festeggia l'onomastico il 13 giugno. Il compleanno non lo so.

Perché parlo di alici? Perché sono le protagoniste della ricettina di oggi, ovvero:

Alici all'origano

Ingredienti (x 2)
Due vaschette di alici pulite (ehm...)
Olio qb
Aceto bianco qb
Vino bianco qb
Aglio qb
Sale qb
Origano (mi pare ovvio)

Trattasi di ricetta tradizionale napoletana rielaborata dalla mia famiglia. Lo dico per i miei amici snob convinti che una cosa del genere non esista...

1)    La ricetta in sé è di facile realizzazione. La parte seccante è la pulitura delle alici. È un'operazione snervante che vi procurerà un gran mal di schiena e vi farà sentire come Lady Macbeth dopo l'assassinio del re, quando si lamenta di avere le mani insanguinate, oppure come una versione ittica di Jack lo Squartatore, a scelta.
2)    Per questo farete come me, che mi son creduta furba, e acquisterete al supermercato le alici già pulite.
3)    Due vaschette, e poi vi spiego perché.
4)    Preparate la padella sul fornello con dentro un filo d'olio, aprite le vaschette delle alici e pensate che tra un quarto d'ora avrete già finito.
5)    E sbagliate, perché le bestiacce sono, sì, decapitate ed eviscerate, ma hanno ancora le spine e quelle vanno levate.
6)    Vi chiedete come abbiano fatto a decapitare ed eviscerare le alici senza anche togliere le spine (io non ci riuscirei neanche volendo) e vi accingete all'infame operazione di pulitura. È evidente che la vostra idea di preparare una pietanza in fretta è andata a farsi benedire.
7)    Mentre pulite le alici i gatti si radunano ai vostri piedi con aria supplice e i loro patetici miagolii vi ispirano compassione (vedi).
8)    Decidete di dare un paio di acciughine a ogni gatto. Così, tanto come contentino.
9)    I gatti apprezzano leccandosi i baffi fino alla cima delle orecchie e voi vi commuovete.
10)    Date qualche altra acciuga cruda ai gatti.
11)    I gatti si rileccano i baffi e voi vi accorgete che gli avete dato troppe acciughe per uno spuntino, tanto vale quindi trasformare la merenda in pranzo. Perciò servite ulteriori alici nelle ciotole.
12)    Vi fermate appena in tempo, quando vi rendete conto che state dando ai gatti tutta la vostra cena.
13)    Visto perché le vaschette dovevano essere non meno di due?
14)    Continuate a pulire le alici e a disporle nella padella, pensando che probabilmente le vostre mani puzzeranno di pesce per i secoli a venire.
15)    Vi lavate le mani e lanciate un accidente a quello che ha scritto “alici pulite” sulle vaschette, inducendovi a credere che il lavoraccio l'avesse fatto tutto lui.
16)    Accendete il fuoco sotto la padella e versate sulle vostre alici aceto bianco e vino bianco (fermo e secco, che non vi venga in mente d'usare lo spumante amabile) in parti uguali (senza esagerare, diciamo poco meno di mezzo bicchiere di ciascuno).
17)    Vi vengono in mente tutti i vostri amici che hanno idee romantiche sulle alici che andrebbero mangiate solo marinate al limone, se freschissime, o semmai fritte, per “sentire il profumo del mare”. Sì, quegli amici che inorridiscono all'idea di cucinarle nell'aceto. “Polentoni!”, pensate scrollando le spalle e sorvolando sul fatto che siete mezzi polentoni pure voi.
18)    Intanto tritate finemente uno spicchio d'aglio. Anche due, se vi va.
19)    Visto? Ora le vostre dita non sapranno più di pesce, ma di aglio per i secoli a venire.
20)    Versate l'aglio sulle vostre alici.
21)    Mescolate (questo dovevate farlo anche prima, m'ero dimenticata di dirvelo).
22)    Aggiustate di sale. Perché il termine esatto non è “salare”, ma “aggiustare di sale”. Gli alimenti sono già salati di loro, quando aggiungiamo il sale stiamo solo aggiustando il livello per portarlo al nostro gusto. Peccato che non sia possibile aggiustare di sale a levare, per certe cose sarebbe l'ideale...
23)    Aggiungete abbondante origano. E quando dico abbondante intendo abbondante. Non un pizzico, non un cucchiaino da tè. Di più, molto di più. Almeno una manciata, ecco.
24)    Lasciate cuocere mescolando di tanto in tanto finché il brodino non si prosciuga del tutto o quasi.
25)    Ok, volete proprio un tempo? Facciamo 15 minuti, ma stateci dietro perché potrei aver sbagliato.
26)    Pronto. A questo punto potete mangiare tutte le vostre alici calde o fredde, accompagnate col pane o meno.
27)    Be'... tutte meno quelle che avete dato ai gatti, ovvio...







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