venerdì 8 marzo 2013

Otto marzo, facciamoci coraggio...

Otto marzo, stavolta cerchiamo di essere un pochino più seri.
Solo un pochino.
Oggi si celebrano le donne.
Perché?
Che hanno in più? Che hanno di straordinario? Che hanno di speciale perché si debba celebrarle?
Tutto e niente, come qualunque essere umano.
Ma a differenza degli altri esseri umani di sesso maschile, le donne sono sempre state considerate, quando più e quando meno, da chi più e da chi meno, esseri umani di serie B.
Emanciparsi significa liberarsi da un vincolo, da una soggezione. È un termine che risale all'antica Roma, quando l'emancipazione era un atto pubblico che liberava un figlio dalla patria potestà oppure rendeva libero uno schiavo. Emanciparsi significa diventare liberi, indipendenti, responsabili di sé stessi.
Ci siamo già emancipate? In parte sì e in parte no, ed è questo che vogliamo celebrare oggi. Le conquiste fatte e quelle ancora da fare.
Oggi ne vedremo di ogni colore, ma soprattutto di giallo e di rosa.
Giallo per via della mimosa, che in Italia è il fiore simbolo dell'otto marzo. Non ci sono motivi particolari, è semplicemente il fiore più diffuso in questo periodo.
Saremo inondate di mimose, reali e virtuali, sappiatelo.
E saremo anche inondate di rosa, perché il rosa è considerato il colore femminile per eccellenza e non c'è verso di scamparne.
Perché rosa? Perché il rosa è una diluizione del rosso, e il rosso è il colore del sangue, e ovviamente il sangue richiama il mestruo e il parto. Ecco spiegato. O meglio, questo è quel che credeva la mia prof. di letteratura postmoderna quando ci spiegò come mai Cappuccetto Rosso aveva la mantella di quel colore.
Siete anche liberi di non crederci, è un'opinione come un'altra...
Qui ne trovate altre.
Oggi, dicevo, ne vedremo di ogni colore.
Vedremo donne festeggiarsi con maratone di shopping o di film romantici. Donne scendere in piazza, o in rete, o dovunque ci si possa radunare, per dire che no, queste benedette pari opportunità non le abbiamo ancora per davvero. Donne andare a celebrarsi con altre donne brindando con champagne e long drinks, oppure ammirando scolpiti maschioni in slip (o anche senza), e ancora donne sgobbare come matte esattamente come tutti gli altri giorni, donne infastidite che non trovano nulla da festeggiare ma tutto da recriminare in un giorno come questo, donne che per un giorno si sentiranno regine solo per tornare a fare le schiave per gli altri trecentosessantaquattro, donne che ritengono normale dover essere sempre loro a sacrificarsi per gli altri e donne che pensano sia ipocrita festeggiarci solo un giorno all'anno e ignorarci il resto. E poi vedremo uomini regalare mimose, uomini dire “voi siete speciali, più forti e migliori di noi” senza necessariamente pensarlo davvero, uomini che lo diranno e lo penseranno anche, uomini che lo diranno e lo penseranno ma poi non faranno nulla per dimostrarlo, uomini che lo diranno e lo penseranno e penseranno anche che sia normale e naturale che siano sempre le donne a sacrificarsi per loro, uomini irritati perché “la festa dell'uomo non c'è”, uomini infastiditi e urtati perché ritengono che maggior libertà per le donne voglia dire minor libertà per loro, uomini che se ne fregheranno e continueranno a pensare che le donne siano “roba loro”. E poi assisteremo a cose belle e cose brutte, leggeremo frasi intelligenti, buffe e commoventi, ma anche frasi stupide e insultanti, e luoghi comuni, bizzeffe di luoghi comuni da rimanerci con la pelle accapponata.
Io non farò nulla di tutto questo. Voglio solo fermarmi un attimo a guardare il percorso già fatto e pensare che quello che ci rimane da fare non sarà tanto in salita, ma solo se saremo sempre in più a percorrerlo. E non da sole.

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