sabato 6 agosto 2011

Vocalizzi

Eccomi qua. Torno dopo un bel po' di tempo e subito parto con le sciocchezze (è che non voglio scrivere apertamente ca22ate... sembrerebbe volgare, no?), mettendo a dura prova la vostra pazienza. Ma voi siete lettori affezionati e comprensivi, perciò non perderete la pazienza. Vero? VERO???
Grazie! Vi adoro! Smack!
La pazienza vi serve, perché sto per affrontare un argomento un po' spinoso, lo so. Potete anche chiamarlo scabroso. A proposito, chissà che significa esattamente “scabroso”. È una parola che sa di malattia contagiosa, di quelle che ti fanno venire le bolle. Un attimo che controllo sul vocabolario... ecco qua, deriva da scabro, ovvero non liscio né piano, quindi si riferisce ad argomenti difficili da trattare, perché potrebbero offendere qualcuno. Messa così qualunque argomento può essere scabroso, perché qualunque argomento può offendere qualcuno. Io mi offendo se si parla di acqua frizzante, per esempio...
Ma sto tergiversando. Torniamo all'argomento scabroso. No, tranquilli, non intendo parlare delle mie attività intestinali. Non è così tanto scabroso...
Parlo invece della capacità di esprimere, diciamo “a voce”, le proprie emozioni.
Ok, la sparo.
Ma voi quando fate l'amore gemete?
Non sto cercando di farmi gli affari vostri, lungi da me... cioè, in realtà un po' sì perché sono sempre curiosissima di sapere i fatti altrui... è il mio mestiere: scrivere vuol dire anche impicciarsi dei fatti altrui. Ma non solo, è proprio una riflessione personale, e mi è venuto in mente solo perché ieri mi è capitato di riascoltare Je t'aime... moi non plus (se non sapete cos'è cliccate qui).
Insomma, quei famosi concertini di “Aaaaaah! Mmmmmh! Oooooh! Uuuuuh! Eeeeeh!!! Ancoooora!!!”, quelle sinfonie di mugolii, urletti e vocalizzi vari voi li fate?
Perché io no.
Ed è molto, MOLTISSIMO imbarazzante!
Il problema è che io non sono in grado di esprimere le mie emozioni “vocalizzando”.
Quando faccio l'amore resto muta come una tomba.
No, non proprio come una tomba.
Forse ansimo un po'.
Ma tutto qui.
È imbarazzante, il mio partner potrebbe essere portato a pensare che non mi sento coinvolta, che sto pensando ad altro (cosa che, detto fra noi, ogni tanto può capitare).
Cerco di sopperire alla mancanza di gemiti dicendo un mare di sciocchezze. Non vi dico quali perché sono veramente sciocche. No, non quello che state pensando voi ma peggio, molto peggio. Certe volte non hanno neppure niente a che vedere con l'attività svolta. Oh, ma è inutile dirvelo. Voi siete miei lettori, sapete quali vette di demenzialità so raggiungere...
E mica resto zitta solo quando faccio l'amore. Noooo! Magari!!!
Per esempio, resto zitta anche quando rido.
Forse lo so perché: perché mi ci alleno da una vita.
Mi ricordo che quand'ero piccola ridevo spesso anche per cose che gli altri non comprendevano. Per esempio, perché mi veniva in mente un sogno buffo che avevo fatto.
Io faccio spesso sogni buffi, voi no?
Per esempio, stanotte ho sognato che i gatti potevano trasformarsi in calzini, così trasportarli era più facile. E per farli tornare gatti bastava offrirgli da mangiare.
Non è buffo?
Comunque non è questo il punto.
Il punto è che quando ero piccola gli adulti mi vedevano spesso ridere all'improvviso e non capivano perché. E quando mi chiedevano “Che accidenti hai da ridere?” (perché pensavano sempre, le code di paglia, che ridessi di loro), e quando io glielo dicevo loro storcevano la bocca e rispondevano: “Tutto qui? Ti conviene non dirlo in giro, sennò ti prendono per scema!”
Questo perché (ho scoperto in seguito) certe cose che mi facevano ridere spesso facevano ridere solo me.
Insomma, per evitare di cascare in questi tranelli alla lunga mi sono educata a ridere in silenzio. Da fuori non si vede nulla, ma io so che dentro di me sto sghignazzando.
Ma a lungo andare la cosa deve avermi preso la mano.
Io non sono più capace di ridere con un sonoro “Ah! Ah! Ah!”
E non posso più tornare indietro.
Anche davanti a un fatto spassoso all'ennesima potenza io rido, ma solo dentro di me.
Da fuori non si vede nulla, sembro assolutamente indifferente. Ho appena un po' gli angoli delle labbra increspati all'insù, tutto qui. Ma ce ne vuole del buono per accorgersene!
Il che è problematico quando vado agli spettacoli di cabaret. Il comico di turno crede sempre che non mi stia divertendo, che faccia la snob (una con la puzza sotto il naso, a dirla tutta) quando in realtà nel profondo del mio cuore mi sto piegando in due dalle risate (oppure mi sto annoiando a morte, ma questo non glielo dirò mai).
Ogni tanto cerco di forzarmi a emettere un sonoro “Ah! Ah! Ah!”, ma si vede che è finto, e sembra anche peggio.
Per lo stesso inghippo sono muta anche nei momenti intimi, il mio partner si offende perché pensa che mi stia annoiando e ci rimane male. E se provo a tirar fuori il concertino di “Aaaaaah! Mmmmmh! Oooooh! Uuuuuh!” è anche peggio. Perché si sente che sono forzati. E sembra che stia fingendo anche quando non è così (qualche volta sì, però)!
Insomma, nel mio piccolo è un dramma.
Possibile che capiti solo a me?
Con amore, vostra
I.B.
PS: il mio signor G (che niente ha a che vedere con Giorgio Gaber!) ha sempre il terrore che io mi metta a scrivere qui i nostri fatti privati. Glielo dite anche voi che non è vero?

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