mercoledì 1 giugno 2011

Sopravvissuta! Ovvero... tanti auguri a me!

Finalmente comincio a riprendermi. Da cosa? Dal mio compleanno! Non ve l'avevo detto? Il 24 è stato il mio compleanno (anzi, colgo l'occasione per ringraziare nuovamente per gli auguri). Naturalmente non vi dirò MAI quanti anni ho compiuto. Saperlo è anche del tutto irrilevante, tra parentesi. Insomma, non è della mia età che voglio parlare, ok? Ma della difficoltà di organizzare un... cos'era, un rinfresco? Un ricevimento? Una festa? Un incontro? Sì, quella cosa lì, dai... per i parenti.
Non è stata una mia idea, quella di organizzare i festeggiamenti familiari a casa mia. Io non l'avrei mai fatto, ma ho ricevuto “una proposta che non potevo rifiutare”. Per non correre il rischio di ritrovarmi con una testa di gatto nel letto (io sono abituata ad averci i gatti interi, nel letto), ho accettato.
Il compleanno è stato martedì, ma la festa l'abbiamo fatta sabato 28. Così ho potuto farmi il mio bel colloquio di venerdì con una certa tranquillità (a proposito, tutto bene su quel fronte). E intanto sono riuscita a guadagnarmi qualche giorno in più per preparare casa.
Ok, tanto vale che ve lo confessi. Io sono un po' disordinata. Un po' tanto, d'accordo (detesto quando G sbircia da sopra le mie spalle quello che scrivo e fa anche commenti). E detesto fare i mestieri. Motivo per cui ai miei parenti non piace venire da me. Il che è un ulteriore incentivo a non fare i mestieri, a mio avviso.
Comunque stavolta non c'era scampo.
Naturalmente G mi ha aiutata. Lui nei mestieri è anche più bravo di me. Ok, ok, la dico tutta: in realtà io ho aiutato lui... un pochino. Per esempio, non camminavo in corridoio subito dopo che lui aveva lavato in terra. Meglio di niente, no? E poi è tanto carino, G, quando si veste da piccolo casalingo, col grembiule di Snoopy, i guanti di gomma e uno strofinaccio sulla spalla. Gliel'ho detto, glielo dico sempre, anche stavolta. Gli ho fatto gli occhi languidi, lui mi ha minacciato con lo scopino del WC (“Ti pare il momento giusto?”, ha borbottato, “Ho ancora un mucchio di cose da pulire!”) e io ho cercato di dirottare la mia torbida fantasia su più casti pensieri, tipo il mio innocente, e imminente, colloquio.
Sto uscendo fuori traccia, come mi dicevano a scuola quando cambiavo arbitrariamente l'argomento delle composizioni.
Del resto saltare di palo in frasca è il mio sport preferito. Anzi, è proprio l'unico sport che pratico.
E così sabato c'è stato questo benedetto ricevimento.
In una casa piccola è difficile ospitare tanti parenti, ma i miei sono diabolici e sono riusciti a entrare lo stesso.
Avevo dato come orario di “apertura delle danze” le otto di sera. Il che vuol dire cha mamma e papà si sono presentati, come da copione, alle sette e mezza. Loro sono quel tipo di persone che quando ti danno appuntamento a mezzogiorno in realtà intendono le undici e mezza. E si seccano per il ritardo se tu arrivi davvero a mezzogiorno.
C'era anche la mia mitica zia Ramona, con quel poveruomo (che resti tra noi, a me fa davvero pena) dello zio Osvaldo. G è sceso dall'alto della sua imponente statura per farle (alla zia Ramona) il baciamano. La zia, che è piccina e magrolina e riesce a guardarlo solo dal basso, è andata in brodo di giuggiole e io per vendetta gli (a G) ho assestato un calcio in uno stinco. Se io non faccio nulla per piacere ai miei parenti, perché dovrebbe farlo lui? Questa è concorrenza sleale, ecco!
I gatti sono andati a nascondersi sotto al letto assieme ai miei fumetti e a una ciotola piena di tonno, e la festa ha avuto inizio.
Vale, la mia deliziosa sorellina, ha nuovamente equivocato sul significato del termine “cena informale”. Si è presentata con dei tacchi + plateau vertiginosi e un abito nero tutto luccicoso e scollato. Aveva così tanto profumo addosso che il mio non si sentiva più. E il mio era uno Chanel, mica cotiche. Nonostante la presenza inamidata del suo compagno (che lei si ostina a chiamare “fidanzato” perché pensa di avere ancora vent'anni), Vale ha continuato imperterrita a fare gli occhi dolci a G per tutta la sera. Chissà, forse ha già dimenticato il clamoroso picche che lui le diede anni fa. O forse non lo fa apposta, per lei è semplicemente impossibile non cercare di sedurre tutti gli umani maschi e adulti che incontra. Spesso, a onor del vero, ci riesce. Qualche volta no. Ma non se ne accorge.
Comunque anche sabato non ha ottenuto niente a fare la cascamorta con G, ma immagino che questo per lei sia assolutamente irrilevante.
La cugina Vanessa (cugina di mamma, non mia direttamente) evidentemente credeva che io non avessi preso nulla da offrire agli ospiti, ed è arrivata con intere teglie piene di stuzzichini. La cugina Vanessa pensa di essere l'unica a saper far da mangiare, ed è anche molto permalosa. Perciò abbiamo mangiato per prime le sue leccornie. Anche se io e G avevamo già fatto scorta abbondante di formaggi, salumi e altre cose da offrire (perché era un rinfresco in piedi, non una cena seduta).
I prosecchi sono scomparsi alla velocità della luce, così come i digestivi finali. Io ho qualche sospetto su chi possa aver contribuito a tale sparizione, ma sono una personcina discreta e terrò la bocca chiusa.
Mamma e zia Ramona hanno fatto il giro della casa, per controllare che io non viva abbandonata a me stessa. Ovviamente hanno trovato da ridire.
“Guarda qua”, si è accigliata zia passando un dito su una mensola, “ci sono ancora tracce di polvere. Ma tu non ci tieni proprio alla casa? Le pulizie non le fai?”
“Veramente...”, ho balbettato confusa, “le pulizie le ha fatte G...”
A questo punto zia Ramona è impallidita e a momenti mi sveniva tra le braccia. Un uomo che fa le pulizie di casa? Per lei è inconcepibile.
“Eh, sì”, mi sono giustificata io, “di solito è lui che ci pensa a queste cose.”
Lei si è voltata a guardarlo, sgranando gli occhi.
Giuro, pareva che si trovasse al cospetto di un'apparizione mistica. Se le fosse spuntato davanti lo yeti in persona non avrebbe potuto essere più sbalordita.
“Tu fai le pulizie???”, gli ha chiesto, con lo stesso tono in cui avrebbe potuto domandargli: “Tu sei un marziano???”
“Eh, già!”, ha ammesso G con un sorriso fascinoso a 64 denti (32 sono troppo pochi).
Zia Ramona ha scosso la testa, e mi sembra di averla sentita mormorare: “Poveraccio! Ora capisco perché non se la vuole sposare!”
E comunque è passata, domani è festa e potrò starmene in panciolle per un po'. E in frigo abbiamo ancora un mucchio di avanzi.
Qualcuno vuole un po' di formaggio?

NELLA FOTO: una torta con candeline, ma non quella del mio compleanno. Non vi dico quanti anni ho compiuto, ma comunque sono un po' più di cinque!

2 commenti:

tenebrae ha detto...

buon comple in ritardo!!

meow

IsaBella ha detto...

Grassie :-)