lunedì 31 ottobre 2011

Effetto Zelig...

Firenze vista dai Giardini di Boboli
Zelig nel senso del film, non del programma televisivo e neppure del locale di cabaret.
Sì, come quel tizio che assumeva le caratteristiche altrui.
Bene, tra i miei molteplici difetti io annovero anche la tendenza a prendere l'accento delle persone con cui parlo.
È una cosa involontaria e istintiva, non lo faccio apposta. Generalmente neppure me ne accorgo.
Qualche volta mi riesce. Qualche volta.
Con il toscano no.
L'accento toscano non m'è mai riuscito e probabilmente non mi riuscirà mai.
Però qui a Firenze lo sento continuamente e la mia insana natura vuol spingermi a imitarlo.
Quando se ne accorge, G mi dà di gomito. “Lo stai facendo di nuovo”, mi sussurra in un orecchio. E io cerco di smettere per tornare al mio accento originario.
Ha ragione.
Devo sembrare veramente ridicola mentre cerco invano di aspirare le C e di dire “sicché”...

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