lunedì 31 ottobre 2011

Il pollo si mangia con le mani...

Coi bocconcini il problema non si pone...
Considerazioni culinarie.
O meglio, la partenza è culinaria poi si vedrà.
Oggi a pranzo io e G abbiamo preso del pollo arrosto.
Una porzione a testa. Con contorno di patate. Non l'ho fotografato perché non sono esageratamente maniaca delle foto come credete voi, e poi anche perché G mi ha tirato un calcio sotto la sedia appena ho preso la macchina fotografica.
Insomma, abbiamo preso 'sto pollo.
La tipa del locale ce l'ha portato e ha servito la coscia (del pollo, non la sua) a G e il petto (sempre del pollo) a me.
Senza neppure guardarci io e G ci siamo scambiati i piatti.
Perché lui del pollo preferisce il petto e io... be', a me va bene tutto purché sia commestibile.
Questo mi ha fatto venire in mente la mia ineffabile zia Ramona.
Lei segue un'antica consuetudine di famiglia secondo la quale a tavola i bocconi migliori vanno agli uomini e quelli più scarsi, o plebei, o inadeguati, alle donne.
La coscia di pollo è sempre stata considerata parte nobile, per cui al suo desco giammai è capitato che venisse servita a una donna.
Alle donne lei serve solo petti e/o ali.
Perciò figuratevi come c'è rimasta la prima volta che io e G siamo andati a mangiare il pollo da lei e ci siamo scambiati i piatti. Non poteva credere che un uomo potesse davvero non preferire la coscia. E soprattutto non poteva credere che io mi fossi permessa di mangiarne una alla sua tavola.
Da allora quando ci invita non prepara più il pollo, né arrosto, né lesso né in altri modi. Chissà come mai?

PS: e il titolo? Ah, sì, è una riflessione secondaria. Oggi in trattoria stavo pensando che detesto mangiare il pollo arrosto con le posate!

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