Oggi, 25 novembre, è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Non posso non parlarne.
Ma COME posso parlarne?
È un argomento fragile, delicato. Un argomento che fa male a molta gente.
Soprattutto alle donne.
Ma mica solo a loro.
Un argomento di cui tutti parlano, anche quelli che non possono capirne nulla.
Un argomento sensibile, perché tocca il profondo.
Dunque che posso mai dire io?
La mia opinione, null'altro.
Allora, comincio dicendo che la violenza sulle donne non è solo lo stupro, o l'assassinio, o le botte. Quelle ci sono, ma arrivano dopo una catena di sopraffazioni. Come la margherita sulla pianta. Non spunta subito il fiore, cioè l'atto di violenza estremo. Prima c'è il seme che germina, poi la pianta che nasce, mette fuori le foglie, e il fiore arriva soltanto dopo, e neanche sempre.
Però non è che se il fiore non spunta vuol dire che la violenza non c'è.
Non vuol dire che se una non ha i lividi o le ossa rotte, allora non ha subìto violenza.
Per me violenza sulle donne è quando ti aspetti certe cose, per esempio.
Quando torni a casa e chiedi cosa c'è per cena, dando per scontato che debba essere la tua donna/mamma/sorella a occuparsene.
Quando pensi che amare le donne significhi avere tante fidanzate.
Quando credi che la tua ragazza sia “roba tua”, e guai se lei manifesta idee con le quali tu non sei d'accordo.
Quando pensi che la violenza sulle donne sia una cosa che non ti riguardi.
Quando ti piace una e lei ti dice di no, e tu dai di matto perché come si permette brutta troia?
Quando credi che sotto sotto i suoi interessi valgano meno dei tuoi. Dai, tanto sono solo cavolate da donne, no?
Quando pensi che la mamma tua sia santa e vergine e tutte le altre non sono neanche degne di allacciarle le scarpe.
Quando ti dici che “l'uomo è cacciatore” per giustificare il fatto che le menti/le sei infedele/le conti un sacco di balle...
...però se lei si azzarda a fare come te allora è una gran troia.
Quando dici che non sei capace di fare i mestieri di casa, perché sai che tanto ci penserà lei. E poi è cosa da femmine, no?
Quando ti sembra giusto che una donna si sacrifichi per amore. Lei potrà anche farlo. Le donne spesso lo fanno. Ma questo non vuol dire che sia giusto.
Quando ritieni che le donne siano come dolcetti in pasticceria: tutte lì a tua disposizione, e se non sono d'accordo è perché sono stronze oppure omosessuali.
Quando sei convinto che amore voglia dire gelosia.
Quando le dici “Ma sta' zitta, che vuoi capirne tu? Non è mica roba da donne!”
Quando sei certo di sapere esattamente quel che lei è, pensa e fa. E in realtà non lo sai.
Quando la metti su un piedistallo, e pensi di doverla proteggere dai mali del mondo. Ma chi ti credi d'essere per farlo? E se lei poi non è, o non vuole essere, all'altezza delle tue aspettative? Che fai?
Quando credi di essere più importante, più degno, e comunque migliore solo perché tu sei maschio e “lei no”.
Quando dici “Ma le donne hanno il cervello più piccolo! È scientifico che sono meno intelligenti!”.
Quando dici “Io la tratto come una Regina!”. Intendendo dire che le compri di tutto, esaudisci i suoi desideri, la tieni al riparo dalle brutte notizie come se fosse... fragile.
Quando non la consideri una creatura al tuo stesso livello, nel bene o nel male. Nella forza o nella fragilità.
Quando... ce ne sono tante, troppe... ma ormai avete capito, no?
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