E così anche questa vigilia di Ognissanti è passata, tra chi la festeggiava e chi l'accusava d'essere una cosa che non ci appartiene, chi la confondeva col carnevale (che sostanzialmente è un'altra cosa) e chi la confondeva con una robaccia per satanisti depravati.
Io invece pensavo alle mie tradizioni di questi giorni.
Io da piccola invidiavo la festa di Halloween. Perché quando ero piccola io, in Italia non si festeggiava. Ma che c'era lo sapevo, leggendo i fumetti dei Peanuts®, e mi sarebbe piaciuto fare anch'io “dolcetto o scherzetto”. Ancor di più, mi sarebbe piaciuto aspettare il Grande Cocomero nell'orto dei cocomeri, perché non sapevo ancora che questa non era una tradizione.
Invece quand'ero piccina io si festeggiavano Ognissanti e la giornata dei morti mangiando dei torroncini meravigliosi che vengono fatti solo in questo periodo dell'anno, torroncini che non mangio più da tempo e che mi mancano da matti.
Quand'ero piccola per me dire “torroncino” era difficoltoso, perché avevo la erre moscia.
Non ve l'avevo mai detto, lo so, ma è così.
Tutti i miei cuginetti bastardi, e anche la Vale, mi prendevano in giro. Mi facevano leggere cose piene di erre. Tipo “ramarro”, “arboreo”, “aristocratico”, “tre tigri contro tre tigri” (da cui il titolo di questo post), e anche cose bieche e perverse come “la rara e rorida rana rarefatta” (scommetto che anche quelli con la erre normale fanno fatica) solo per vedere come non ero in grado di pronunciare la erre.
Be', io alla fine mi stufai e mi misi di nascosto a imparare la erre, così la volta seguente pronunciai un impeccabile “ranuncolo refrattario rugiadoso ruota ridente nel riverbero serotino” e li lasciai scornati.
2 commenti:
a proposito di scioglilingua (ma senza 'r' che uccide pure me) ne ho visto uno su facebook che mi ha piegato in due
VUOI QUEI KIWI?
Che sembra facile, ma...
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