lunedì 18 aprile 2011

Trucco e parrucco

Stavolta comincio prendendola alla lontana. Partiamo dal parrucco.
Scommetto che lo sapete anche voi. Cosa fa una donna quando decide che nella sua vita è tempo di cambiare tutto? La primissima cosa che fa? Bravi: cambia pettinatura. Ci da un taglio, per così dire.
Molti uomini non ne capiscono il motivo. Mica cambiare taglio di capelli influenza anche il corso della vita. Ricordo cosa rispose una mia amica quando un tale le domandò perché quando le donne vogliono cambiare come prima cosa si tagliano i capelli.
“Perché è meglio tagliarsi i capelli che le vene”, disse.
Lo sappiamo anche noi che non sarà una pettinatura nuova a cambiarci la vita. Non siamo sceme come credete. Però è anche vero che cambiando pettinatura si cambia aspetto, e quindi umore, e quindi è più facile cambiare anche il resto.
Ecco perché certe volte i nostri compagni (senza fare nomi, G, per esempio) quando andiamo dal parrucchiere cominciano a preoccuparsi. L'ultima volta a dire il vero G ha fatto bene a preoccuparsi. Mi sono preoccupata anch'io.
Dovete sapere che io detesto andare dal parrucchiere, e pertanto è rarissimo che lo faccia di mia spontanea volontà, a meno che la mia testa non sia in condizioni tanto disperate da richiedere un intervento d'urgenza. Ovviamente, come al solito, il parrucchiere non ha fatto quel che volevo io.
Siccome ora va di moda il liscio (non il ballo), cercano tutti di farti i capelli lisci, anche quando non li vuoi. Io non li volevo, ma lui me li ha piastrati lo stesso. Stavo malissimo!!!
“Sembri Marina Giordano di Un Posto al Sole”, mi ha accolto G quando sono rincasata, “e comunque perché hai cambiato pettinatura?”, ha aggiunto con un certo sospetto.
Io ho grugnito qualcosa in risposta e sono andata a lavarmi i capelli sperando di riportarli all'antica forma.
Questo capitava diversi mesi fa.
Sabato scorso invece è stata la volta del trucco. Io non mi trucco spesso, anche perché di solito me ne dimentico, mi strofino gli occhi e mi spargo il mascara per la faccia ottenendo un pittoresco effetto-panda.
Ma ogni tanto, spesso in primavera, mi prende l'inspiegabile brama di rinnovare il mio parco make-up. Così è stato sabato. Mi sono comprata un mascara, una matita per gli occhi e un costosissimo rossetto Chanel. Rosso. E caro.
Lo so, ci sono marche altrettanto buone e più economiche. Ma che volete farci? Sapere di avere su un autentico pezzo Chanel, io che non ho neanche un capo d'abbigliamento griffato, anche se è solo un rossetto mi fa sentire più... come dire? Gnocca?
Comunque il fatto è che l'ho preso, sono tornata a casa e me lo sono provato.
“Come sto?”, ho detto affacciandomi in salotto, dove G stava giocando coi gatti.
“B... bene, m... ma”, ha balbettato lui, impallidendo. E poi è svenuto.
Io ho cercato i sali per rianimarlo. Un tempo quando uno sveniva lo rianimavano facendogli annusare i sali. Quand'ero piccola pensavo che fossero sali da bagno.
Scherzo, non è svenuto.
Ma è rimasto assai perplesso.
“È un po'... rosso”, ha aggiunto, dopo il complimento, manifestando così un notevole spirito d'osservazione, “non avevi mai messo prima un rossetto così rosso.”
Il che non è esatto, perché a diciott'anni ho attraversato una fase in cui portavo sempre rossetti di questa tinta. Però quando avevo diciott'anni G non mi conosceva ancora. Anche perché io a diciott'anni non frequentavo i trentenni: mi sembravano vecchi. Come si cambia, eh? Ma questo è un altro discorso. Torniamo alle perplessità di G.
“E invece stavolta ne ho preso uno”, gli ho risposto sabato.
“P... per farne che?”, ha domandato lui.
Per farne che? Per scrivere messaggi per gli alieni sui tetti di Milano, no? Lo sanno tutti che il Rouge Chanel lo si vede anche dallo spazio!
“Che vuoi che ci faccia con un rossetto? La polenta? Me lo metto sulle labbra, ovviamente!”
“Sì, ma perché?”, ha domandato G sempre più perplesso.
Ho fatto spallucce. “Per sembrare più carina, immagino.”
“E perché?”, ha continuato lui con tutta l'aria di chi intenda invece: “Confessa, sciagurata! Hai un altro?!?”
Ora, prima di pensare che G sia paranoico, dovete calcolare che il fatto che io decida di “farmi bella” è un evento raro. Perciò quando capita lui comincia a farsi sospettoso.
“Non lo fa mai per me”, si dice, “perciò è ovvio che lo fa per qualcun altro.”
Ragionamento sbagliato in partenza, perchè io non "mi faccio bella" per lui, né per altri. Lo faccio per me, perché quando mi guardo allo specchio mi piace vedere una faccia gradevole.
L'atteggiamento di G in parte mi secca, in parte mi diverte e in parte mi fa tenerezza. Sì, perché G crede che siccome piaccio a lui debba piacere anche agli altri. Però non glielo dico, perchè sembrerebbe che lo accusi di non avere buon gusto.
Ma lui pensa davvero che se mi metto un po' di trucco quando esco poi gli altri si voltano a guardarmi? Per ottenere quest'effetto dovrei come minimo abbigliarmi come il Divino Otelma. Ma poi non sono tanto sicura che sarebbero sguardi di ammirazione.
Comunque è esagerato. Io mica lo sospetto di tradimento ogni volta che lui si fa la barba. E anche questo è un evento raro!

PS: G ha appena letto quanto sopra e mi prega di precisare che nella realtà non è scemo come lo sto (dice lui) ritraendo io. A me non sembra di farlo passare da scemo, semmai un po' buffo. Ma non lo siamo tutti, o quasi?

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